
Dragoncello
Caratteristiche del dragoncello
Il dragoncello è una spezia molto usata in cucina; se ne fa un largo utilizzo soprattutto in Francia, ma con il tempo si è molto diffusa anche in Italia. La spezia si ottiene dalle foglie essiccate dell'Artemisia dracunculus, una pianta erbacea perenne. Se i fiori e le foglie fresche si usano anche per fare tisane e decotti, l'estratto di dragoncello è ottimo in cucina poiché ha un sapore che ricorda un po' il sale e un po' il pepe. Si tratta dunque di un ottimo insaporitore specie per chi, per problemi di salute, non deve eccedere con i condimenti.
Il dragoncello in cucina
Visto il suo sapore molto intenso, il dragoncello si sposa bene a diversi tipi di piatti. Ad esempio, si può usare per dare gusto sia a ricette a base di carne che a base di pesce. Inoltre è ottimo mescolato alle uova in una frittata, o per condire le verdure da far saltare in padella. Il dragoncello viene impiegato per realizzare le panature per la frittura e per insaporire il burro o l'aceto. Una delle ricette più tipiche di cui costituisce l'ingrediente principale è la salsa bernese, ma trova impiego anche nella realizzazione della salsa tartara.
Benefici del dragoncello
La pianta del dragoncello ha molti effetti positivi sull'organismo, tanto che un tempo era usato proprio per scopi medici. Favorisce la digestione e aiuta a diminuire i gonfiori intestinali; il suo sapore molto forte aiuta l'ingestione di medicinali dal gusto amaro, perché anestetizza il palato. Il suo uso stimola la diuresi, ed è infine una spezia usata per curare le persone inappetenti.
Profilo nutrizionale
Il dragoncello, come tutte le spezie, ha un modesto apporto di calorie: infatti ne contiene 295 per 100 grammi di prodotto. Inoltre, contiene (sempre su un quantitativo di 100 grammi) 22,77 grammi di proteine, 50,22 grammi di carboidrati, 7,24 grammi di grassi, 7,4 grammi di fibra e 62 mg di sodio. Non contiene affatto colesterolo, quindi può essere usato anche da chi ha i valori del colesterolo troppo elevati.
Storia e geografia del dragoncello
Le leggende che raccontano l'origine del curioso nome del dragoncello sono numerose. In una si racconta che una giovane si innamorò di un soldato napoleonico, un dragone a cavallo, e che dai semi che egli aveva sotto le suole degli stivali, e che lei coltivò, nacque questa pianta. In un'altra si dice che anticamente il dragoncello serviva a curare il morso dei serpenti, che somigliavano a draghi. L'ipotesi più accreditata è che la denominazione derivi dalla forma delle radici, molto intricate e contorte. Quel che è certo è che l'Artemisia dracunculus è originaria della Siberia e delle zone meridionali della Russia. In Italia viene coltivata; in Europa giunse in epoca Medievale, ma iniziò ad essere usata in cucina solo a partire dal Cinquecento. In Italia la regione nella quale viene maggiormente usata è la Toscana, in abbinamento con l'olio di oliva.
Il dragoncello è una spezia molto usata in cucina; se ne fa un largo utilizzo soprattutto in Francia, ma con il tempo si è molto diffusa anche in Italia. La spezia si ottiene dalle foglie essiccate dell'Artemisia dracunculus, una pianta erbacea perenne. Se i fiori e le foglie fresche si usano anche per fare tisane e decotti, l'estratto di dragoncello è ottimo in cucina poiché ha un sapore che ricorda un po' il sale e un po' il pepe. Si tratta dunque di un ottimo insaporitore specie per chi, per problemi di salute, non deve eccedere con i condimenti.
Il dragoncello in cucina
Visto il suo sapore molto intenso, il dragoncello si sposa bene a diversi tipi di piatti. Ad esempio, si può usare per dare gusto sia a ricette a base di carne che a base di pesce. Inoltre è ottimo mescolato alle uova in una frittata, o per condire le verdure da far saltare in padella. Il dragoncello viene impiegato per realizzare le panature per la frittura e per insaporire il burro o l'aceto. Una delle ricette più tipiche di cui costituisce l'ingrediente principale è la salsa bernese, ma trova impiego anche nella realizzazione della salsa tartara.
Benefici del dragoncello
La pianta del dragoncello ha molti effetti positivi sull'organismo, tanto che un tempo era usato proprio per scopi medici. Favorisce la digestione e aiuta a diminuire i gonfiori intestinali; il suo sapore molto forte aiuta l'ingestione di medicinali dal gusto amaro, perché anestetizza il palato. Il suo uso stimola la diuresi, ed è infine una spezia usata per curare le persone inappetenti.
Profilo nutrizionale
Il dragoncello, come tutte le spezie, ha un modesto apporto di calorie: infatti ne contiene 295 per 100 grammi di prodotto. Inoltre, contiene (sempre su un quantitativo di 100 grammi) 22,77 grammi di proteine, 50,22 grammi di carboidrati, 7,24 grammi di grassi, 7,4 grammi di fibra e 62 mg di sodio. Non contiene affatto colesterolo, quindi può essere usato anche da chi ha i valori del colesterolo troppo elevati.
Storia e geografia del dragoncello
Le leggende che raccontano l'origine del curioso nome del dragoncello sono numerose. In una si racconta che una giovane si innamorò di un soldato napoleonico, un dragone a cavallo, e che dai semi che egli aveva sotto le suole degli stivali, e che lei coltivò, nacque questa pianta. In un'altra si dice che anticamente il dragoncello serviva a curare il morso dei serpenti, che somigliavano a draghi. L'ipotesi più accreditata è che la denominazione derivi dalla forma delle radici, molto intricate e contorte. Quel che è certo è che l'Artemisia dracunculus è originaria della Siberia e delle zone meridionali della Russia. In Italia viene coltivata; in Europa giunse in epoca Medievale, ma iniziò ad essere usata in cucina solo a partire dal Cinquecento. In Italia la regione nella quale viene maggiormente usata è la Toscana, in abbinamento con l'olio di oliva.
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